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Le donne ci stanno a cuore - Tra le relatrici Paola Testori Coggi e Marina D'Artibale.

Aggiornamento: 21 apr 2022



Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento crescente di donne colpite da patologie cardio-cerebrovascolari. Esse rappresentano la principale causa di mortalità e disabilità femminile e superano ampiamente le cause oncologiche. Nel 2015 i decessi femminili per malattie cardiovascolari sono stati 137.000, che rappresentano la causa del 40% delle morti, contro il 34% negli uomini (fonte Eurostat 2018 su dati 2015). Le patologie cardio-cerebrovascolari nelle donne, oltre ad essere frequenti, specie in età post-menopausale, sono spesso gravate da una prognosi peggiore rispetto agli uomini.


Purtroppo, le tecniche diagnostico-terapeutiche nonché le terapie farmacologiche sono ancora oggi studiate per lo più su popolazioni prevalentemente di sesso maschile. Le donne, tuttavia, presentano caratteristiche differenti rispetto al sesso maschile, come ad esempio il peso corporeo, il rischio emorragico e la fisiopatologia di alcune patologie cardio-cerebrovascolari. Per tale motivo, talvolta, le terapie posso risultare meno efficaci o gravate da maggiori effetti avversi nelle donne rispetto agli uomini. La necessità di colmare il vuoto dei dati di genere rappresenta, pertanto, una priorità assoluta. Il gender gap, evidente in termini di medicina di genere, esiste ancora oggi anche nel raggiungimento di ruoli dirigenziali in sanità.


Per una donna è ancora oggi molto difficile farsi strada per ottenere posizioni apicali ed è ancora più difficile arrivare senza tradire la sua natura femminile, senza mutuare necessariamente modelli maschili. La prevalenza del “maschile-ove-non-altrimenti-indicato” permea molti aspetti della nostra cultura, soprattutto il linguaggio. “Quando si usa il maschile generico si è più inclini a citare esempi di uomini famosi, a credere che in un certo ambito professionale vi sia una netta predominanza maschile, a indicare politici e professionisti maschi come candidati ideali per certi incarichi”. Finché si chiederà a un bambino di disegnare uno scienziato, il bambino continuerà d disegnare quasi sempre un uomo. E se il merito di una professionista “è una questione di opinioni, e le opinioni sono plasmate dalla cultura, in una cultura a misura di maschio, il pregiudizio nei confronti delle donne è inevitabile” (tratto da Invisibili, di Caroline Criado Perez).


Nelle giornate del 22 e 23 aprile, in presenza, l’associazione PRE.ZIO.SA in collaborazione con Atena, intende affrontare questi temi con il coinvolgimento di tutte le portatrici di interesse per un confronto costruttivo multidisciplinare, con un focus sulla medicina di genere nella prima parte dell’evento e uno sulla leadership femminile in ambito sanitario, nella seconda parte. Tra le relatrici Paola Testori Coggi, vice presidente Leads, e Marina D'Artibale, socia fondatrice.



Per tutti i professionisti sarà disponibile la diretta streaming ai seguenti link:




Dettagli e informazioni sul programma nel documento.



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